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libreria giurisprudenza

11 Mag 2017

Il Revenge Porn - Cos’è? Come si pensa di fermarlo?

Scritto da

Il Revenge Porn, ossia il postare immagini o video di momenti intimi a seguito di uno screzio o di una separazione in modo da punire un soggetto della coppia, è un fenomeno in pericolosa crescita e a nulla o a poco sono serviti gli strumenti adottati sino ad oggi, infatti i casi di suicidio a seguito di una reputazione distrutta saltano agli occhi sulle copertine delle testate giornalistiche di tutto il paese come anche di tutto il mondo; la rete infatti pullula di siti come anche di gruppi su Facebook dove vengono scambiate senza alcun consenso immagini di questo tipo.

Questa pubblicazione per vendetta, che a differenza di come si può pensare non coinvolge solo gli adolescenti, muove dalla malsana idea che il sesso possa avere una valenza non neutrale e che possa risultare motivo di vergogna per alcuni soggetti definibili probabilmente come più deboli infatti le immagini ed i video di solito hanno l’intento di mortificare il soggetto passivo sia esso uomo o donna; questo è proprio quello che nel 2016 ha spezzato la vita di Tiziana, trentunenne italiana morta suicida a seguito dell’incontrollata trasmissione di quello che era un video che le ha attirato sgradite attenzioni sia da passanti come anche da altri soggetti.

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L’unico meccanismo d’intervento rapido, a mio parere fallace, che oggi viene a delinearsi è stato approntato da Facebook per limitare la proliferazione di un video sulla rete e basa su un sistema di segnalazioni ed un accertamento da parte dello staff del social stesso; la rimozione completa dalla rete però risulta essere praticamente impossibile poiché ormai tutti sappiamo che internet è l’unico luogo dove “una traccia resta sempre”.

 

Dal punto di vista legislativo, invece, il fenomeno è stato riconosciuto come reato a sé stante in pochissimi paesi ed a malincuore l’Italia non è tra questi; nel bel paese, infatti, il reato è fatto ricadere sotto l’ombrello di quelle che sono diffamazione e violazione della privacy.

 

Da settembre 2016, però, si sta vagliando una proposta di legge che punisce “chiunque pubblica nella rete internet, senza l'espresso consenso delle persone interessate, immagini o video privati, comunque acquisiti o detenuti, realizzati in circostanze intime e contenenti immagini sessualmente esplicite, con conseguente diffusione di dati sensibili, con l'intento di causare un danno morale alla persona interessata” andando a punire  con la reclusione da uno a tre anni il reo e prevedendo un’aggravante in caso il fatto sia commesso dal coniuge, da persona divorziata, separata o che abbia intessuto una relazione affettiva con la vittima.

 

 

 

 

 

Fonti

 

  • Camera dei Deputati 4055, Proposta di legge Sandra Savino “Introduzione dell'articolo 612-ter del codice penale, concernente il reato di diffusione di immagini e video sessualmente espliciti
  • Newsroom di Facebook - https://newsroom.fb.com/news/2017/04/using-technology-to-protect-intimate-images-and-help-build-a-safe-community/
  • Il Post - Storia di Tiziana Cantone
Andrea D'Ambrosio

Classe 1992, Perito Aziendale Corrispondente in Lingue Estere, Laureato in Giurisprudenza presso Alma Mater Studiorum.

Oggi, avvocato specializzato in diritto digitale ma prima di tutto fixer: cerco di risolvere problemi

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