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06 Set 2017

Il G20 di Amburgo: crisi di un sistema fallimentare chiamato “Mondo”

Scritto da

Le testate giornalistiche ne hanno parlato per giorni, i telegiornali hanno trasmesso ad oltranza le notizie che giungevano da Amburgo e gli occhi e le orecchie erano proiettati verso un Summit fondamentale per il destino dell'umanità. Ho cercato  qualche tempo fa di fare un sunto di ciò che è emerso dal G20, oggi ripropongo le mie riflessioni ai lettori di Human Europe Capital nella speranza di poter risultare utile per una maggior comprensione di ciò che sta accadendo ai vertici della politica mondiale.

Riuniti per 48 ore ad Amburgo, assediati dalle proteste di diverse migliaia di manifestanti e protetti alacremente dalle divise della polizia tedesca, i Grandi Leader del pianeta hanno dato vita al solito logoro rituale. Gli argomenti di discussione soggetti all'interesse dei Mass Media di tutto il mondo erano innumerevoli. Tuttavia, la capacità decisionale dei Big del Pianeta è sembrata vacillare dinanzi alla mole di problematiche del nostro secolo.

Cerchiamo dunque di riassumere le principali novità che sono scaturite dal G20 di Amburgo

 amburgo

L’Agenda del Summit del G20

Il dodicesimo meeting del gruppo dei 20 paesi più potenti al mondo si è concluso sabato 8 luglio, riservando ben poche sorprese a lieto fine ai cittadini degli stati coinvolti.

Se l’irresponsabilità e l’inadeguatezza di Trump sono dati di fatto difficilmente contestabili – e le foto del meeting sulle note dell’inno “Make America Great Again” twittato da The Donald  sono l’ultima riprova di ciò – i miseri risultati in termini di consenso elencati nella dichiarazione finale dei leader non possono che lasciare grosse perplessità sulla reale visione “comune” di intenti, se così possiamo definirla, dei principali leader mondiali.

Vediamo nel dettaglio quali sono stati i responsi del G20.

 

Terrorismo

Questo è l’unico punto sul quale, apparentemente, si sono trovati d’accordo un po’ tutti. In un comunicato congiunto, i leader del G20 si sono ripromessi di prendere misure per bloccare ogni tipo di finanziamento a gruppi terroristici e per impedire che Internet venga usato per diffondere la loro propaganda. Il G20 è coinciso inoltre con il primo atteso incontro tra Vladimir Putin e Donald Trump che hanno raggiunto un nuovo accordo di cessate il fuoco nel sud-ovest della Siria.

Resta da vedere se, almeno sotto quest’ultimo aspetto, alle parole seguiranno i fatti (comportamento alquanto inusuale per i Capi di Governo coinvolti in questa tregua).

 

Il nodo migranti

La richiesta dell’ex presidente polacco Donald Tusk, appoggiata dai paesi europei, non ha trovato riscontro a causa dello scarso interesse verso la tematica da parte dei paesi americani (in primis, gli Stati Uniti d’America) e dell’opposizione di Cina e Russia che si sono dette fortemente contrarie alle sanzioni ai trafficanti.

I venti grandi hanno deciso di intervenire sulla questione con i "Compact with Africa" (parte del “piano Merkel” per lo sviluppo del continente), convinti che un aumento degli investimenti privati nel continente aiuterà automaticamente le fasce più povere della popolazione. Senza considerare che se l'iniziativa non sarà inclusa in un efficace Piano complessivo di sviluppo sostenibile, potrebbe fare il gioco dei grandi investitori e speculatori più che dei paesi poveri.

Su questo fronte, le idee appaiono poche e anche molto confuse.

 

Ambiente e cambiamenti climatici

Senza ombra di dubbio, l’argomento sul quale gli stati coinvolti nel summit erano chiamati a legiferare. I leader del G20 hanno trovato una soluzione sui cambiamenti climatici. L'accordo di Parigi sul clima è "irreversibile".

Tuttavia, Donald Trump ha tenuto a precisare che i combustibili fossili, accusati di contribuire al surriscaldamento del pianeta dai paesi europei, saranno ancora promossi ed esportati dagli USA. Il Presidente della Casa Bianca, infatti, continua a sostenere la totale infondatezza della teoria scientifica. Le restanti potenze mondiali hanno allora optato per una concessione a Trump: il testo consente agli Stati Uniti di "cooperare strettamente con altri partner per facilitare il loro accesso e il loro utilizzo più pulito ed efficace delle energie fossili, aiutandoli a sviluppare quelle rinnovabili e altre fonti di energia pulita".

Un paragrafo, quello sopra citato, che instaura di fatto una situazione inedita per il G20, giacché convalida il fatto che uno dei suoi membri possa seguire una politica individuale che va contro quella degli altri diciannove.

 

Commercio e Libero scambio

Per quanto riguarda il commercio, i Paesi partecipanti si sono riconosciuti sul libero commercio e contro le politiche di protezionismo e i comportamenti scorretti nel commercio come il dumping. Tuttavia, un passaggio contenuto nel documento finale legittimerebbe "misure difensive" sul commercio e dunque anche i dazi sull’acciaio “al 20-25%” che gli Stati Uniti, come dimostra un documento riservato anticipato sabato da La Repubblica, sono pronti a varare a brevissimo.

È una concessione, questa sulle possibili misure difensive da poter attuare, che rischia di sconquassare l’attuale sistema economico e commerciale mondiale. Chi deciderà, in futuro, cos’è scorretto? Merkel ha ammesso che sul tema la precedente presidenza del G20 cinese aveva inaugurato un foro che dovrà individuare le “capacità eccessive” dell’acciaio e che questo foro sta lavorando troppo lentamente.

Come si legge su “La Repubblica”, l’obiettivo della Cancelliera è un’accelerazione del lavoro di questo foro. Altrimenti, ha ammesso la stessa Merkel, “rischiamo atti unilaterali”.

Resta da vedere cosa esattamente gli Stati Uniti, un popolo che ha costruito le sue fortune proprio sul libero scambio commerciale, possano guadagnare dall’istituzione di dazi così elevati.

 

Fonti:

G20.org

LaRepubblica.it

iDiavoli.com

 

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Francesco Garulli

Sono uno studente di economia dell'università di Bologna nonchè allenatore di basket e minibasket.

Sono appassionato di scrittura, interesse che mi ha portato ad accettare questa nuova ed appassionante sfida assieme agli autori e fondatori di Human Europe Capital. Mi occupo prevalentemente di Economia. Le mie ancor brevi esperienze lavorative mi hanno portato a sviluppare una discreta conoscenza degli strumenti di web design e marketing grazie ad uno stage praticato nell'estate del 2017 presso la web agency "SocialCities". Molto ho ancora da imparare e sono felice di poter continuare a scrivere per questa comunità, fatta di persone competenti e di grande spirito d'iniziativa.

Francesco Garulli

 

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