I risultati, in special modo per quanto riguarda i cinque più grandi istituti di credito italiano, sono ampiamente soddisfacenti: 4 banche italiane su 5 hanno superato l’esame, con un Cet1 (parametro che misura la solidità di una banca o istituto di credito) ben al di sopra del 5,5% considerato come parametro di sicurezza in scenari economici angusti. La Monte dei Paschi di Siena è stata l’unica banca tra le italiane, come ampiamente pronosticato dagli addetti ai lavori, a non superare il test: negli scenari ipotizzati secondo i dati forniti dall’Eba il cet1 dell’istituto senese passerebbe da un 12,04% nella situazione “normale” ad un -2,23% nella situazione “avversa”. L’autorità bancaria ipotizza dunque un crollo vertiginoso di ben 1423 punti base nel caso in cui si dovesse fronteggiare una situazione economica del genere: contrazione del prodotto interno lordo dell’Unione pari all’1,2% nel 2016, all’1,3% nel 2017, una crescita dello 0,7% nel 2018, un crollo dei prezzi degli immobili e un haircut dei titoli governativi (parametri degli stress test)
STRESS TEST, cosa sono.
Gli stress test sono delle simulazioni che si effettuano per studiare i comportamenti delle banche in caso di situazioni economiche avverse. Per effettuarli si ipotizzano scenari sfavorevoli come calo del Pil, crollo dei prezzi immobiliari, calo delle Borse, e si studia l’effetto che questi scenari negativi avrebbero sui bilanci delle banche. Nel caso in cui non dovesse superare il testi, la banca deve poi effettuare una ricapitalizzazione. Nella scorsa tornata di test, la Bce aveva fissato il Cet1 nella situazione di shock al 5,5% per poter passare l’esame; questa volta non è stato fissato alcun parametro in quanto è utilizzato solo come input di base per altri piani economici.
Soddisfatto dei risultati dei test il presidente dell’Eba Andrea Enria: “lo stress test 2016 – sostiene Enria tra le righe del Sole24Ore – conferma la capacità di resistenza a uno shock severo del sistema bancario europeo”. Non sono mancate, però, le critiche alle modalità di svolgimento dei test che ne ridimensionano la sacralità: secondo alcuni analisti è grave la mancanza dell’impatto che il Brexit può avere sulla salute dell’economia europea; secondo altri, invece, non si può delineare un quadro completo circa la salute delle banche europee senza includere nell’indagine anche le banche greche e portoghesi. Infine, secondo il giornalista economico Fabio Pavesi, il focus del test è errato: non bisognerebbe concentrarsi tanto sul capitale delle banche, ma sulla redditività di queste ultime che va diminuendo nel tempo.
IN ITALIA: il fallimento pronosticato della Montepaschi.
In Italia sono state 5 le banche oggetto d’esame: Unicredit, Intesa San Paolo, Banco Popolare, Ubi e Monte dei Paschi di Siena. Le prime 4 hanno superato il test con dei Cet1 ben al di sopra del parametro di sicurezza: addirittura Intesa San Paolo figura come prima tra i big europei. Unicredit, la più vicina al 5,5% tra le quattro banche virtuose, ha fatto sapere che valuterà eventuali misure straordinarie nonostante il risultato positivo. Il risultato della Mps (Monte dei paschi), invece, era praticamente ovvio. L’istituto senese è l’unico neo del sistema bancario italiano: già prima della pubblicazione dei risultati dei test era pronto un piano di ricapitalizzazione con l’aiuto di istituti privati, tra i quali JpMorgan e Mediobanca. Il piano prevede in un primo momento la cessione di 27 mld di euro di crediti inesigibili al 33% del loro valore (9.2 mld circa) distribuiti tra il fondo Atlante e gli azionisti Mps. In un secondo momento è prevista una ricapitalizzazione di 5 mld ad opera di un gruppo di banche private capitanate da JpMorgan e Mediobanca, tra cui figurano Goldman Sachs, DeutcheBank e Credit Suisse. Il peso specifico della finanza internazionale è, dunque, molto elevato nell’operazione di salvataggio della banca più antica al mondo.
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