La produzione artistica emergente viene percepita, mediamente, sia distante dai canoni estetisti ai quali di solito vengono associati i concetti di bellezza e grazia sia di difficile interpretazione. Una prima lettura iconografica risulta in molti casi infattibile vista la non riconoscibilità immediata del soggetto ed il carattere, spesso, ermetico del suo concetto. La mancanza di un criterio di giudizio univoco per la variegata produzione contemporanea, pone un problema di valutazione e non solo; genera una paralisi diffusa, produce allontanamento e un atteggiamento scettico nei confronti delle espressioni artistiche attuali. La paralisi non riguarda tanto i mezzi a disposizione per la nascita e per la promozione di eventi artistici, quanto l’incapacità di scegliere, scommettere, promuovere, portare avanti, comprare, conservare qualcosa a cui non è stato già attribuito un valore. L’allontanamento è frutto, probabilmente, dell’imporsi, tra il soggetto e l’opera, di uno o più filtri mentali (paura e preconcetti) simili a quelli che si innescano nei confronti di ciò che è nuovo o diverso: quando una figura non si riconosce scatta la paura; quando una figura non é tecnicamente “difficile” è non-arte e scatta il pre-concetto. Eppure l’arte, ed anche quella astratta, attinge ad un linguaggio universale, accede direttamente alla sfera del sentire.
Secondo Alois Riegl “L’arte è tutto ciò che manifesta volontà d’arte, kunstwollen; l’arte é il risultato di una determinata e consapevole volontà artistica”.
Tutto quello che ruota intorno all’arte esiste solo perché esiste qualcuno, l’artista, che asseconda la sua volontà d’arte, ossia comunica e manifesta, mediante le sue opere, parti più o meno consce, di se stesso, o della sua intenzionalità. Proprio questa volontà di trasmettere un’intenzione artistica, un messaggio, una verità, differenzia un oggetto qualsiasi da un’opera d’arte; e partendo da tale considerazione, credo che questa kunstwollen, volontà d’arte, non dovrebbe esaurire il suo fine nella genesi dell’opera artistica, ma muovere l’intero sistema dell’arte (artista, curatore, collezionista, visitatore).
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