Eppur sono un ragazzo fortunato,
ricordo bene quella sera.
Sotto quel cielo stellato,
alzammo quella coppa così fiera.
Ed oggi con amarezza e gran sconforto,
rivolgo il mio pensiero ai giovanotti
che assistono ad un calcio mai risorto,
che sogna da lontan Del Piero e Totti.
È il gioco del pallone abusato,
sconvolto dall’ignoranza in una tal maniera
che da molte genti schiacciato e pressato,
par più simile a una compostiera.
È questo uno sport devastato,
dalla parte dell’animo più nera.
Si attende il suo risveglio assonnato,
sperando nell’inganno di una fattucchiera.
Ma non pare esserci conforto,
né soluzione a questa marea di corrotti.
Vi confesso il mio ritiro con sconforto,
a giugno sarà meglio giocar coi passerotti!
Dopo qualche giorno dalla mancata qualificazione ai mondiali della nostra nazionale mi è balenato un pensiero. Nel 2006 vincemmo il titolo più prestigioso, all'epoca avevo 10 anni. Oggi, 11 anni più tardi, molti bambini italiani della stessa età che ebbi io nel 2006 devono assistere ad una disfatta sportiva con ben pochi precedenti. Ecco, del calcio comincia a importarmi sempre meno ormai. Dei bambini, per deformazione professionale, continuo ad interessarmi. Mi auguro con tutto il cuore che la prossima delegazione azzurra coinvolta in una qualificazione mondiale prima di scendere in campo si ricordi molto meno del proprio conto in banca o del proprio contratto professionistico e ritorni a pensare al potere che poseggono tra i loro piedi; la possibilità di regalare una gioia ai propri bambini.
Comunque, è solo sport. E torneranno i prati nei nostri stadi...forse.
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