Il XXI secolo è, sicuramente, l’epoca del digitale. Quasi qualunque cosa tu riesca a fare in analogico puoi farla in digitale, magari in un modo migliore.
Puoi anche “fare banca” in digitale.
Con ciò non ci si vuole riferire al semplice accesso online al proprio conto, transazioni in rete ecc., ma stiamo parlando proprio di moneta digitale, delle sempre più nominate criptovalute.
La criptovaluta è un bene digitale, i cui scambi vengono effettuati in digitale tramite la crittografia, la quale serve a rendere più sicure le transazioni in rete.
Con questo sistema vengono trasferite informazioni digitali sfruttando alcuni principi della crittografia.
La prima valuta del genere è stata Bitcoin, creata nel 2009 da Satoshi Nakamoto.
Da quel momento in poi, sono nate altre criptovalute, dette altcoins, un grande insieme di alternative a Bitcoins, che ha però negli anni mantenuto la sua posizione predominante, raggiungendo anche picchi di 1000 dollari per un singolo Bitcoin.
Nel mondo delle criptovalute, non c’è nessuno che controlli la quantità emessa, come avviene nei nostri sistemi bancari centralizzati; è tutto prestabilito ed è quindi impossibile alterarne il valore.
Esistono tantissime criptovalute diverse tra loro, ma derivanti essenzialmente da due protocolli: proof-of-work e proof-of-quota. Tutte esistono e funzionano grazie alla comunità dei “miners”.[i]
“La maggior parte delle criptovalute sono progettate per introdurre gradualmente nuove unità di valuta, ponendo un tetto alla quantità di moneta che è in circolazione. Ciò viene fatto per imitare la scarsità e il valore dei metalli preziosi, sia per evitare l’iperinflazione tipica dei mercati monetari”. (Wikipedia)
Il mining (o creazione) è dunque il sistema utilizzato dalle criptovalute per emettere moneta.
Il termine deriva da un parallelismo fatto col mondo delle miniere e dei minatori che cercano oro e metalli preziosi, in una sorta di scambio tra il duro lavoro umano e quello che la terra fornisce in ricompensa.
La rete bitcoin memorizza le transazioni all’interno di strutture di dati chiamate in gergo “blocchi” (blockchain), le quali sono contenute tutte in un enorme database.
Un blockchain è fondamentalmente un registro aperto e distribuito che può registrare le transazioni tra due parti in modo sicuro, verificabile e permanente. Per questo utilizzo, questo database sfrutta una rete peer-to-peer che si collega ad un protocollo per la convalida dei nuovi blocchi.[ii]
È possibile entrare a far parte di questa rete, ma affinchè un blocco possa essere aggiunto è necessario che esso sia “chiuso”, ossia cristallizzato nel sistema, per impedirne modifiche future. Questa cristallizzazione può avvenire solo con un codice che può essere trovato tramite diversi tentativi e algoritmi.
Chiunque trovi questo codice è ricompensato con una certa quantità di bitcoin più tutte le tasse di transazioni da lui inserite nel blocco.
Ciò avviene come ricompensa ai miners, in quanto far parte di questo processo di creazione delle criptovalute equivale ad un consumo altissimo di energia elettrica dei server che tentano di trovare questo codice. [iii]
Blockchain significa, letteralmente, catena di blocchi. Ogni criptomoneta ha la sua blockchain, nella quale, abbiamo detto, è possibile “minare” per poter far parte della rete e contribuire.
Un’altra operazione possibile, di cui si è parlato molto recentemente a proposito di BitCoin, è il “fork”.
Il fork è un’operazione che riguarda la blockchain, in particolar è la possibilità che nasca una nuova catena a partire da un dato momento in poi.
La nuova chain avrà lo storico delle transazioni uguali fino al punto/momento di FORK.
Tutto ciò implicherebbe un diverso valore dei bitcoin sulla nuova catena. Chi è in possesso di bitcoin sulla catena originaria, una volta messo in atto il FORK, avrà una nuova quantità di bitcoin anche sulla nuova catena, senza aver investito altra moneta. [iv]
La nuova moneta digitale, è così una sorta di spin-off. Volendo fare un esempio, recentemente dal fork diBitCoin è nato BitCoin Cash e chiunque avesse un bitcon si è ritrovato gratis un bitcoin cash.[v]
Per poter entrare a far parte del mondo delle criptovalute e iniziare, quindi, ad investire in moneta digitale, è necessario iscriversi alle piattaforme di trading online o di borsa online.
Le varie possibilità riguardano sia l’investimento sia lo scambio. È inoltre possibile entrare in reti che siano escluvamente peer-to-peer.
Le piattaforme di scambio digitale vengono chiamate exchange.
Al fine di poter condurre al meglio i propri investimenti, nel modo più semplice, ma anche più sicuro, è necessario scegliere un Exchange che possa offrire delle garanzie in tali termini, che sia quindi affidabile e utilizzato da una grande quantità di utenti con i quali, eventualmente, potersi confrontare.
Uno dei migliori esempi di exchange è Binance.
Esso offre professionalità e convenienza. Inoltre, è una piattaforma di esclusivo scambio, cioè non è possibile acquistare ma solo di scambiare valute con delle commissioni davvero competitive.
Inoltre, offre moltissimi cambi, difficili da trovare su altri exchange. [vi]
[i] https://www.mercati24.com/che-cosa-sono-le-criptovalute/
[ii] https://it.wikipedia.org/wiki/Blockchain
[iii] https://lorenzograssia.com/business-online/2016/02/cosa-vuol-dire-minare-una-criptovaluta/
[iv] https://www.bitconio.net/2017/10/11/cosa-un-fork-bitcoin/
[v] https://www.key4biz.it/anche-cofondatore-bitcoin-com-non-crede-nella-criptovaluta-rischiosa-inutilizzabile/208322/
[vi] https://www.europar2010.org/news/exchange-criptovalute-migliori-cosa-sono-come-funzionano
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